In una normale centrale termoelettrica, infatti, solo il 35% circa del combustibile viene trasformato in energia elettrica, mentre il restante 65% si disperde nell’ambiente sotto forma di energia termica, cioé di calore.
Con un sistema di cogenerazione, invece, è possibile produrre allo stesso tempo energia termica ed energia elettrica a partire da un unico impianto alimentato da un’unica fonte di energia primaria (metano, gasolio, biodisel e biomasse, per esempio). La quasi totalità di energia termica non si disperde più nell’ambiente ma viene recuperata e messa a disposizione per il riutilizzo. Questo principio permette di ottenere efficienze energetiche superiori all’80%.
Schema di un impianto di cogenerazione
Gli elementi di un impianto di cogenerazione sono quattro: il motore, l’alternatore, il sistema di recupero del calore e il quadro di comando e controllo. Il combustibile alimenta il motore, il motore a sua volta aziona l’alternatore che produce energia elettrica. Contemporaneamente, l’energia termica (calore) prodotta dal motore e dai tubi di scarico viene recuperata e distribuita alle utenze. Il pannello di controllo a bordo macchina permette di controllare e regolare le prestazioni.
Cogenerazione ad alto rendimento (CAR)
La definizione di Cogenerazione ad Alto Rendimento, anche definita con l’acronimo CAR, viene introdotta dalla direttiva 2004/8/Ce. La direttiva è stata recepita in Italia con il decreto legislativo 8 febbraio 2007, n. 20. I punti qualificanti sono due:
- si ha alto rendimento quando il risparmio di energia primaria è pari o superiore al 10%;
- le unità di piccola cogenerazione e di micro-cogenerazione che forniscono un risparmio di energia primaria (quindi un valore superiore a 0), è assimilata alla cogenerazione ad alto rendimento.
Per sapere di più sulla c.d. CAR guarda il PDF allegato in basso.